Primissima animazione dell’autore. Cosa che ai più sfugge: l’omino protagonista sul finale quarda quello che è il foro di uscita dell’inchiostro dalla penna (poi nel fotogramma successivo). Prima per tempi brevi di scadenza e poi per pigrizia, non ho mai aggiunto il pezzo di unione delle due parti (zoom out dall’alto dell’omino nell’oscurità dell’inchiostro). Un giorno forse…
Questo video si è classificato secondo nel concorso nazionale “Il Maestro presenta l’Allievo”.
L’opera prende origine da oltre settecento disegni dell’autore, il quale, di fronte al sempre più dilagante uso delle nuove tecnologie in arte, sposa la più antica delle tecniche, il disegno a mano, con il montaggio digitale.
Secondo il metodo dell’animazione tradizionale sono stati realizzati i disegni, lavorando in sovrapposizione con le minime differenze da un passaggio all’altro, successivamente sono stati scansionati e posti in sequenza con un programma di creazione video (Adobe Premiere), ad una frequenza di otto disegni al secondo. Già nella mente dell’autore, mentre disegna, deve essere immaginato il ritmo a cui mutano le immagini.
Il tema del cortometraggio è quello della dipendenza che viene presentata nelle varie forme più note con le quali essa si presenta oggi alle coscienze ed invade la vita delle persone. Sesso, social media, alcool, fumo e droghe compaiono in una sequenza armonica e frizzante, in un crescendo del sottofondo musicale, che rievoca l’apparente entusiasmo che queste alterazioni della vita sollecitano in noi.
A chiudere il filmato, allacciandosi con la frase di apertura, la voce di un ragazzo qualunque che, con un motto, una frase scherzosa, permette di sdrammatizzare l’argomento, non perché non meriti serietà, bensì in quanto, per colui che serenamente contempli il vortice delle dipendenze intorno a sé, solo un sentimento di umana comprensione può farsi strada nella sua intimità sino ad un semplice distacco ed una insperata pace.
Mi contatta un’amica e collega dell’Accademia di Belle Arti di Macerata preannunciandomi una proposta di lavoro su commissione. Mi rallegro poiché è raro poter lavorare su committenza in campo artistico per chi, come me, non è nessuno.
Due giorni più tardi mi chiama L., la committente, la quale mi spiega che vuole realizzare un’animazione per la sua laurea. Aspetto di sentire il soggetto per valutare. Mi dice “un cervo di notte” e la cosa mi stuzzica. Accetto la sfida imbelle dell’immane lavoro che mi aspetta. La notte diviene crepuscolo e le linee si seguono tracciate una sull’altra. Mi compro una lavagna luminosa per portare avanti il lavoro. I miei genitori mi regalano un pc nuovo (vedendo l’impegno e l’esaurimento nervoso). Fino al giorno prima ho sempre lavorato su un vecchio fisso con XP, poca ram, e Paint.NET che mi crashava ogni 4 png…
Ma ai profani tutto questo non interessa. Ho lavorato sulle 120 ore, diluite in oltre un mese, disegnato centinaia di cervi, colorato le stesse centinaia di cervi, ricercato e ritagliato audio, montato i fotogrammi ad una frequenza tra i 12 ed i 25 fotogrammi al secondo… e questo è il risultato.
Si consiglia l’uso di cuffie (ho anche curato l’audio con effetto stereofonico)